Descrizione e contenuti
a cura di ANGELO BRUGNOLI
Naturalista

Ci troviamo ora nella sala dedicata ai fossili di Bolca.
Questa sala raccoglie una ricchissima collezione di pesci marini e altri organismi vissuti più di 50 milioni di anni fa.

Bolca è una località del territorio Veronese dove da più di 500 anni si scavano e si ritrovano fossili di pesci molto ben conservati.
L’eccezionale conservazione di questi pesci permette agli studiosi di conoscere sempre meglio i pesci fossili ora estinti.
Nei milioni di anni successivi da questi pesci estinti si sono evoluti gli attuali pesci che popolano i mari caldi, specialmente nei paesi tropicali.
Il tavolo che hai di fronte presenta alla sinistra una riproduzione tattile di come può essere un pesce fossile di Bolca.
Si tratta di una lastra di plexiglass sagomata e intagliata per evidenziarne alcune parti molto ben conservate dello scheletro dei pesci fossili.
Il pesce che è qui rappresentato si chiama Exellia velifer ed è un lontano parente di alcune specie di pesci tropicali attuali come il pesce pipistrello.
Partendo dal centro della lastra si può subito apprezzare la colonna vertebrale del pesce, disposta orizzontalmente.
Alla colonna vertebrale sono attaccate le vertebre del pesce, disposte da un lato e dall’altro verticalmente.
Seguendo la colonna vertebrale verso destra si arriva alle ossa della testa: queste sono numerose e disposte in modo complesso, ma raggiungendo il margine destro della testa puoi sentire una cavità di forma triangolare con alcune piccole punte al suo interno.
E’ la bocca con i denti che in vita il pesce usava per nutrirsi con crostacei, coralli, anemoni e plancton.
Sopra la bocca, c’è una cavità circolare: l’orbita che ospitava l’occhio dell’animale.
Seguendo il bordo del pesce, puoi conoscere dalla zigrinatura le pinne: la dorsale, la caudale, di forma triangolare, e le ventrali.
Allargando le mani, potrai individuare un bordo della lastra di plexiglass che vuole simulare la pietra che conserva il fossile.
Nei campioni del museo si tratta in realtà del fango del fondo marino che ha da prima ricoperto il pesce, subito dopo la sua morte, e poi nei milioni di anni successivi si è solidificato formando la cosiddetta matrice.
Sulla destra del tavolo puoi toccare e manipolare un modello che cerca di spiegare come avviene lo scavo e ritrovamento di questi fossili: si tratta di una specie di blocco di roccia che può essere aperto come un libro.
Aprendolo, potrai toccare i rilievi e solchi che sono la rappresentazione delle parti ossee del pesce.
I resti del pesce sono presenti su ambedue le facce del blocco di roccia così aperto.
Quindi ogni esemplare scoperto a Bolca ha sempre due lastre che conservano in maniera variabile lo scheletro.
Lo scavo quindi richiede dapprima l’estrazione dalla cava o dalla Miniera del blocco in cui si crede possa esserci un pesce fossile e, successivamente, un’attenta e delicata operazione di separazione delle due facce del fossile.